Con un gruppo (sempre più numeroso) di amiche e amici, che hanno messo a disposizione competenze ed esperienze locali e internazionali, andiamo professando la riscossa dei Paesi, “piccoli ma belli”, luoghi nei quali si può sceglier di vivere e lavorare.
Siamo sostenitori della “restanza” e delle “tornanza” rispetto alla partenza. Siamo ammiratori di tutti i giovani e meno giovani che investono per sconfiggere il demone del fatalismo, dell’arrendevolezza, del vittimismo e dell’oblio.
Riabitare
“Per riabitare i Paesi bisogna credere ai ragazzi che sono rimasti e a quelli che potrebbero tornare: abbiamo mai chiesto a qualcuno veramente se vuole tornare.”
(Franco Arminio)
Amiamo i sindaci protagonisti della rinascita, gli amministratori che, pur nella quotidiana battaglia per la sopravvivenza della Comunità, credono nelle azioni straordinarie che possono fare la differenza.
Ci sono buoni motivi per credere che questo è il momento dei grandi cambiamenti e che questi cambiamenti possono interessare positivamente anche i nostri Paesi (370 in Sardegna).
Riabitare la bellezza
Al netto degli obrobri e del non finito, al netto delle smanie di modernismo, al netto delle incompiute e delle cattedrali nel deserto, i nostri Paesi possono dire tanto.
Dobbiamo recuperare il linguaggio della bellezza, del decoro urbano. Dobbiamo rifunzionalizzare e riqualificare edifici e spazi secondo un linguaggio architettonico che non è da inventare, è solo da eseguire. Sono numerosi gli esempi già virtuosi, possiamo come Popolo e come singole Comunità fare di più e meglio.
“Di certi paesini, dove il tempo si è fermato, dove quando incroci un anziano ti guarda quasi “pretendendo” il saluto. Dovrebbe essere così ovunque. Ed è bellissimo.”
(The Edge)
Possiamo recuperare il senso degli spazi collettivi da curare e della proprietà privata da adornare e tutelare, possiamo introdurre nuovi elementi di attenzione e recuperarne di vecchi, ripensando alle fioriture ed ai tappeti che adornano ancora oggi i ricordi delle vie nei momenti di festa.
“Un Paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”
(Cesare Pavese)
Facciamo in modo che i Paesi siano sempre adornati a festa. Perché viverci, sia chiaro, deve essere un privilegio. Perché oggi non siamo consapevoli del fatto che decine di migliaia di persone si trasferirebbero, ieri e non domani, nei nostri luoghi ameni.
Riabitare il lavoro
La condizione di lavoro moderna, realizzabile nei nostri Paesi, oltre alle maestrie ed alla fisicità che caratterizza il nostro territorio da innovare dal punto di vista tecnologico e delle dotazioni, deve essere fondata sul cd lavoro da remoto, a partire da una larga parte del lavoro nella pubblica amministrazione (se managerialmente organizzata).
“Bisogna lavorare ed osare se si vuol vivere veramente.”
(Vincent van Gogh)
Possiamo osare e diventare la più attraente piattaforma mediterranea per il lavoro da remoto.
Questa è già una realtà per tanti sardi, e non, che hanno deciso di vivere e lavorare stando in Sardegna. Lo fanno per società che operano anche in altri continenti. Ma in ogni Paese dobbiamo disporre di connessione adeguata, altrimenti la gigantesca opportunità sfuma.
Riabitare i servizi
I servizi esistono, non esiste un sistema organizzato ed efficiente. Se non ci credete, provate a stare all’estero o nella penisola. Il servizio, pubblico e privato, devono far parte del sistema territoriale come un unicum relazionato, a partire dalla tutela del diritto alla salute, alla sanità., alla sicurezza, alla mobilità.
I servizi portati a sistema, su piattaforme multilingua, con la corretta gestione della conoscenza nella dimensione territoriale (comune e subregione), sono le carte vincenti per accogliere residenti dall’estero. Lo testimoniamo: sono decine di migliaia gli stranieri, anche alto spendenti, che investirebbero nei nostri Paesi se ci fosse un livello di servizi chiaro e garantito.
Riabitare la cultura
Non è possibile sostenere l’effetto distruttivo del trittico i. abbandono scolastico, ii. emigrazione giovanile, iii. denatalità. Troppe semplificazioni e troppe bugie, come quella che la Sardegna possa vivere di solo turismo e che il lavoro passa per la scuola alberghiera.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri.”
(Antonio Gramsci)
Siamo la terra che ospita il progetto Aria, l’Einstein Telescope, il CRS4, osservatori e centri di ricerca. Siamo la terra che ha visto prima di tanti il futuro, con Video online e Tiscali, e che eccelle nell’agroalimentare e nei commerci.
Siamo la terra dove cultura d’impresa, istruzione e formazione, specializzazioni e orientamento al lavoro, lauree stem e certificazioni, devono essere priorità nazionale.
Riabitare la protesta
Non è facile per noi, fiduciosi e positivi per natura, parlare di protesta, ma oggi è necessario. Oltre alla sacrosanta battaglia per la tutela del paesaggio contro l’invasione barbarica degli speculatori del vento, dobbiamo alzare i toni per ottenere, ieri e non domani, la connessione ultraveloce per tutti gli edifici dei nostri Paesi. Alziamo il livello della protesta: i ritardi ed il boicottaggio della fibra e connessione ultraveloce nelle case dei Paesi compromette il futuro delle Comunità.
SOGNARE, CREDERE, FARE
Per tutti quelli che sognano, credono e, soprattutto, fanno, ci vediamo il 31 MAGGIO a TADASUNI (OR), vie del Paese e Casa Pinna, Corso Impero, per:
Ore 17.00
“Storia chiama Futuro”, la inaugurazione di una serie di installazioni artistiche di ceramica e tecniche antiche, collocate nel Paese e collegate ad una piattaforma multimediale internazionale. Passeggiata nel Paese
a seguire
Ore 17.45
“Living in Tadasuni “ la presentazione del sistema territoriale e delle opportunità di residenza nel Guilcer
“Invest in Tadasuni” la presentazione delle opportunità di investimento tra albergo, albergo diffuso, case e rural land
a seguire
Ore 18.30
“Idea di Sardegna”, conversazioni con
– Bachisio Bandinu, “Domani è un altro Mondo. Dieci domande per la Sardegna che verrà”
– Graziano Milia, “Non mi giro dall’altra parte”
Dialogo con gli autori sulla Sardegna che vogliamo