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Correva l’anno 1990 e il film horror sul romanzo del maestro Stephen King veniva distribuito nelle sale cinematografiche. È la storia di un gruppo di adolescenti che scopre l’esistenza di un’entità malvagia che si nutre delle paure degli esseri umani. Ha le sembianze di un pagliaccio di nome Pennywisee rapisce i bambini, più indifesi e soli. Il volto del pagliaccio è uno dei tanti che l’essere ha assunto nel tempo. I protagonisti sono i ragazzi che, per sconfiggerlo, devono restare uniti e mantenere vivo il sentimento di amicizia che li lega.
No, non siamo impegnati a fare recensioni filmiche. Ci stiamo impegnando a guardare e commentare, senza applaudire ed anzi iniziando a fischiare, il film della nostra (di Sardegna) vita.
In questo caso la sinossi della pellicola è solo l’occasione per chiederci se siamo presenti a noi stessi ed al dramma che le nostre Comunità, i nostri giovani, gli operatori, i Paesi stanno vivendo.
Noi pensiamo che esista davvero una entità malvagia, che si nutre delle paure degli esseri umani e rapisce i giovani strappandoli alle famiglie e conducendoli nei reticoli del sistema fognario. Pensiamo che solo uniti è possibile sconfiggere questa entità. E ve lo documentiamo.
Entità malvagia
Si chiama modello di business speculativo, alimentato per la crescita di metropoli e delle grandi concentrazioni (speculazioni) immobiliari. È un organismo vivente che prospera sostenuto dalla finanza nazionale e internazionale, che presta i soldi a chi costruisce uffici, locali e angusti appartamenti. La domanda di alloggio e di locali viene fatta crescere perché la popolazione si concentra e deve sopravvivere nelle routine oppressive delle città. Spesso delle periferie, mai o quasi mai negli attici di calciatori, starlette e della Milano da bere delle riviste usa e getta.
Il lavoro e, prima del lavoro, lo studio, stanno li e lì bisogna andare. Bisogna comprare casa con mutuo trentennale… forse, e se si danno garanzie adeguate per averlo. Altrimenti…
La grande concentrazione che “pompa” il business della crescita del PIL, sta peraltro giocando brutti scherzi a questa entità malvagia: la propaganda non riesce a mascherare che l’intera pianura ha il record di concentrazione di polveri sottili, che la qualità della vita e delle relazioni va velocemente a peggiorare. La condizione di disagio porta tantissimi ad agognare la fuga a sud e, magari, a progettare il ritorno alla ruralità che – se modernamente concepita –, consente sicuramente di costruire una qualità della vita più soddisfacente.
La narrazione ha costruito il mito, che ora si sgretola sotto i colpi impietosi della crisi collettiva e della crescita della coscienza.
Il modello di business si evolve, crescono business antagonisti. La sostenibilità non è un titolo per fighetti e la tecnologia, che si sviluppa al servizio della qualità del lavoro e della vita, abbatterà molti muri e barriere.
L’entità malvagia inizia ad avere incubi, espressi nei concetti che corrono veloci sul web e nei sogni chiari di centinaia di migliaia di persone, che hanno forme e sapore delle residenze alternative, e declinano concetti come work life balance, nomadismo digitale, smart worker, short week e, non da poco, AI.
Prima riflessione, allora: e se il lavoro e lo studio non fossero costretti li, o se si potesse studiare e lavorare vivendo comunque da un’altra parte, il modello di business così speculativo e spinto (indebitato) reggerebbe?
“ Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.”
Wiston Churchill
Paura
Se ci pensiamo un attimo, l’entità malvagia sta rapendo i nostri giovani (e non solo) da generazioni. È un momento di gioia se chi parte lo fa per crescere, migliorarsi, per realizzarsi anche altrove. È male assoluto, se chi parte è sopraffatto dalla paura di non farcela, di non poter realizzare il proprio progetto di vita e di lavoro qui, dove vorrebbe ed è costretto alla scelta dello sradicamento per la sopravvivenza.
Mancanza di lavoro e di servizi, mancanza di investimenti, emigrazione e quindi spopolamento e invecchiamento sono la cifra distintiva non solo della Sardegna ma di tutti i sud del mondo. La paura si impossessa di intere Comunità se non di un intero Popolo. È il primo passo verso la sudditanza o l’abbandono e la fuga.
Altra riflessione: la paura di non farcela, il lavoro che diventa chimera, le relazioni sociali degradate, il rifiuto di cultura e bellezza, deflagrano dove, disuniti e confusi, non si trova l’idea di futuro per la quale valga la pena affrontare e vincere la sfida.
Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni.”
Papa Giovanni XXIII
Lavoro
Vogliamo dire che non siamo per la teoria del “non lavoro” e che, invece, siamo convinti che sopravviveranno ed anzi prospereranno attività fisiche e tangibili oltre a quelle intellettuali e creative.
Siamo per il lavoro che appassiona e che stanca, qualche volta strema. Ma siamo per il lavoro oggi ed il lavoro del futuro.
Non crediamo alla Sardegna che vive di turismo e di camerieri sottopagati, e chi continua a raccontare questa favola mente sapendo di mentire. Non crediamo alla Sardegna del jet set agostano.
Crediamo alla Sardegna delle maestrie artigiane, delle produzioni, della qualità alimentare e ambientale. Crediamo alla Sardegna capace di autogovernare l’impiego delle risorse naturali per generare un benessere distribuito e pensiamo che l’ambiente può generare valore e redditi se preservato e modernamente organizzato e impegnato.
Crediamo alla Sardegna delle intelligenze e della creatività, alla Sardegna contemporanea ed aperta alla innovazione perché deve essere capace di comprenderla ed indirizzarla.
Crediamo nella Sardegna della tecnologia, dei servizi e delle infrastrutture che garantiscano vivibilità dei luoghi e tutela del patrimonio che siamo chiamati a custodire per chi verrà.
.IT
Ho aggiunto un punto prima del titolo, facendolo diventare “punto it”, un identificativo.
Il suffisso .XX individua il dominio (country code, top-level domain o ccTLD) usati da uno stato o una dipendenza territoriale. È costituito da due lettere, per esempio “it” per l’Italia o “eu” per l’Unione europea.
In Italia, quindi, .IT rappresenta il terminale dell’indirizzo internet del sistema di mail personale, dell’operatore economico, del dipendente della multinazionale, dell’artista e dello scrittore, del suo negozio e del suo business. Ora, e sempre di più, è identificativo e strumento del tecnico, finanche dell’artigiano e dell’allevatore o coltivatore.
Si evolvono in rete le piattaforme abilitanti e si apre una stagione nuova di disintermediazione data dall’assistenza dei nuovi LLM (large language model) che dobbiamo imparare – giocoforza – a governare e non temere.
La prospettiva è certa, la connettività è determinante per tutti i mestieri e per le prospettive di evoluzione dei servizi. Questo lo hanno capito in tanti. Abbiamo capito che potremmo operare, stando in Sardegna, per società e business mondiali, se avessimo almeno 100 mega in uploade garantiti e stabili durante la giornata.
Ma di più, potremmo lavorare per noi stessi, portando eccellenze e peculiarità, capacità e intraprese al centro di sistemi economici, tecnici e scientifici capaci di sottrarci dalla dipendenza… e dalla paura.
Si è anche capito che la distribuzione capillare dei sistemi che garantiscono la connettività nei Paesi rendono appetibili le Comunità Locali ed i Territori per realizzare progetti di Vita e di Lavoro.
Tutto questo può accadere (sta accadendo) a discapito della concentrazione nelle grandi città e del sacrificio di una vita per acquistare 70 mq con mutuo trentennale nell’hinterland milanese.
Molti di noi hanno avuto modo di sperimentare come in diversi luoghi al mondo la qualità del lavoro sta evolvendo i modelli e la “delocalizzazione” oltre alla “settimana corta” stanno generando benessere per chi lavora e migliori performance e profitti per le società.
Ancora una riflessione: allora a chi giova tenere la Sardegna ed i suoi territori ai margini o privi dei servizi di connettività? Perché un diritto fondamentale, al pari della mobilità, ci è ancora negato e lo si sottopone alle regole del mercato? Abbiamo capito che questa partita, di Sardegna digitale 2026, è la sfida delle sfide e che dobbiamo invertire il paradigma “non c’è domanda, non stendo la fibra perché è antieconomico, ma cosi non ci sarà mai nuova residenza e quindi mai nuova domanda”?
Infrastruttura digitale
Da qualche tempo andiamo dicendo che tra i diritti di cittadinanza (italiana ed europea) deve essere considerato il diritto alla connessione. Dobbiamo pensare che deve essere garantita la possibilità a chiunque, nei Paesi dove le Comunità non intendono arrendersi all’oblio, di rendere servizi e proporsi, di ricevere servizi e nuove residenze.
Nelle prossime settimane ci impegneremo per accendere il riflettore sullo stato della infrastrutturazione digitale in Sardegna e chiameremo a raccolta ed a sostegno tutti coloro che avrebbero già oggi volontà e capacità per realizzare investimenti e intraprese e non possono fare in assenza di garanzie di servizio di parte pubblica: tra questi la fibra.
Innovazione è vedere quello che tutti hanno visto e pensare quello che nessuno ha pensato.
A. Szent-Gyorgyi
Comunità degli innovatori
Ci piace fare, dopo tanto sentire. Nelle prossime settimane organizzeremo un primo coordinamento di amiche e amici che fanno parte della Comunità degli Innovatori che, con passione e visione, sta serrando le fila per introdurre e gemmare nuovi modi di relazionarsi e di comunicare, innovando innanzitutto la relazione tra Persone e Organizzazioni. Riabitare è l’agorà nella quel si dialoga e costruisce.
Oltre alla innovazione sociale, che risveglia energie sopite ed anche lontane, che si sono qualificate e gratificate all’estero ma che agognano di poter essere utili per la propria Regione, abbiamo attivato alcune tra le migliori pratiche di innovazione tecnologica applicata nei progetti di sviluppo locale dei Paesi.
l mondo sta cambiando molto velocemente. Il grande non batterà più i piccoli. Sarà il veloce a battere il lento.
Rupert Murdoch
Rural Innovation Days
I primi appuntamenti a maggio 2024. Un appello a tutte/i coloro che si sentono di voler contribuire alla innovazione ed al cambiamento delle relazioni sociali ed economiche del proprio Paese e dei Territori in Sardegna. Stiamo organizzando eventi locali a sostegno dei Paesi che sono impegnati nei progetti di sviluppo locale. Se per passione o per lavoro operate nel campo della innovazione e pensate che la vostra proposta possa generare valore per le Comunità ed i Paesi, non esitate a rendervi protagonisti.
Gli appuntamenti da noi organizzati vanno sotto il titolo delle “Giornate dell’innovazione rurale” e consistono nelle esecuzione e dimostrazione pratica, finanche nella reale applicazione in esercizio nei Paesi ospitanti, delle migliori pratiche e tecnologie che consentono alle Comunità Locali di migliorare la qualità della vita e quindi della residenza rurale.
Applicazioni per i servizi alle persone, alla proprietà, al commercio ed alle produzioni locali. Attività e buone pratiche per organizzazione, ad esempio, il recupero di edifici con la domotica e le migliori tecniche architettoniche a basso impatto ambientale, da dedicare alla ospitalità extralberghiera che continua a crescere anno su anno in Sardegna e ad avere indici di occupazione di tutto rispetto se il Paese si propone come sistema ospitale.
Non indugiate, IT era un incubo, ora è più di un sogno.
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