Nel nostro incedere sempre più intenso, di Paese in Paese, tra Comunità orgogliose che non mollano mai, guardiamo un’Isola a colori.
Sono i colori delle Pietre con le quali, per millenni, si è fondato il rapporto tra uomo e ambiente in Terra Sarda. Sono i graniti, i basalti, le trachiti ed i calcari che ci accompagnano.
Ci emoziona passare dai toni scuri e imponenti di basalti vulcanici, che danno unicità a Paesi austeri che hanno costituito il margine Iliense anche per l’Impero Romano, ai colori leggeri che dal grigio e rosa tendono all’ocra e al rosso, ai bianconi pennellati, a scisti e calcari con i quali abbiamo costruito dimore e custodito preoccupazioni e sogni.
Di questo parliamo a chi ancora custodisce e alimenta il sogno cullato per tanto, troppo tempo, del riscatto. Parliamo ad intere Comunità e Generazioni.
Dove qualcuno vede solo grandi pietre, noi vediamo torri, opere di ingegno e fatica che destano stupore e rispetto per chi ha fatto.
Sentiamo l’effetto di elevarsi e, con ciò, di comprendere che quella fatica titanica ha iconicizzato territori e Comunità.
Anonimo
Lasci la speranza di comprendere e vivere la Bellezza chi non si sofferma sulla grandezza e forza primordiale del rapporto tra noi e la Pietra.
È nello spirito delle rocce, alle quali abbiamo chiesto aiuto e asilo, che dobbiamo ritrovarci.
È nell’idea di Bellezza e armonia delle architetture dei nostri Paesi che dobbiamo identificarci.
È nel piacere di ascoltare e relazionarci nelle dimensioni custodite non già dall’opulenza, ma dalla intima relazione tra Comunità e ambiente, che dobbiamo radicarci.
E li troviamo la Pietra e il Legno a ricordarci quanta strada fatta, e ad indicarci quella da fare.
Fuori le punte del cielo scintillavano come pietre magnetiche, e l’odore della legna mi toccava il cuore con dita, come di gelsomino, come di alcuni ricordi.
Ode all’odore della legna
Pablo Neruda
Guardiamo negli occhi genitori e figli, stringendo la mano in un saluto caldo che fa intendere quanto cuore riescono a mettere ancora a disposizione del sogno.
Pensiamo a quanta fatica e quanta determinazione ha animato chi ha terrazzato la montagna per piantare un ulivo a costituire il lascito per i figli. Pensiamo a chi ha scolpito il blocco ed a chi lo ha messo in sequenza da terra a cielo. Pensiamo a come l’opera si inserisce oggi tra vette di graniti e quarzi, che c’erano e ci saranno dopo di noi.
Pensiamo a quanto è importante ascoltare e comprendere.
Abbiamo visto ferite, sangue e sudore e lacrime, delle persone che ancora oggi, in cava, consentono a tanti che non vedono e non conoscono, di sapere quanto amore e lavoro è necessario per generare la bellezza del nostro vivere e delle nostre agiatezze.
Tanto si può fare con la pietra.
Davide ha ucciso Golia mentre Michelangelo ha fermato con la pietra emozioni e bellezza. Tanto è pietra, tanto è roccia. La differenza, sempre, non l’ha fatta la pietra ma l’uomo.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine.. chi non cambia la marcia,. chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione… piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
(…) Ode alla vita
Pablo Neruda
Dobbiamo sentire più forte il legame ancestrale e sentire che in fondo, siamo roccia.
Viviamo tra le rocce che arredano ambienti naturali e Paesi, che ci guardano e ci riparano. Lo spirito delle rocce, probabilmente, è anche lo spirito della Comunità Sarda.
Tanto si può e si deve fare, ma una cosa è da farsi subito nelle nostre Comunità.
Vivere significa partecipare e non essere indifferenti a quello che succede.
La città futura
Antonio Gramsci
Guardiamo con rinnovata fiducia e passione ai nostri Paesi, così da sentire che Pietra e Legno delle nostre case, delle piazze, dei monumenti, sono espressione di cultura e bellezza che dobbiamo riconoscere e valorizzare.
Abbiamo da superare la nefasta e grossolana stagione del non finito, della cementificazione e del consumo.
Abbiamo da contaminare dimore centenarie con modernità e contemporaneità dei servizi, ma non delle strutture.
Abbiamo da ospitare e includere cittadini del mondo che saranno sardi per scelta.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Ode alla vita
Pablo Neruda
Come il seme che si insinua e cresce, in un rapporto simbiotico con la roccia che non ha né vinti né vincitori, come l’equilibrio di colori e profumi dove sole e acqua si alternano a disegnare pietra e futuro.
Così come i semi dobbiamo essere verbo e volontà di fare, testimonianza e pratica del cambiamento e del ritorno al futuro passato.
Ci vediamo nei Paesi, perché li ci misuriamo nella reale capacità di fare.
Dobbiamo portare chi, come noi, guarda alla bellezza ed alla possibilità di praticare una nuova via. Sardi per scelta, si dice, cittadine e cittadini che come noi custodiscono i sogni ed ora sono impegnati a realizzarli.
Ci troviamo tra le Pietre di Sardegna.
A presto
#riabitarelasardegna
#investinsardinia