Si hortum in bibliotheca habes, deerit nihil.
Marco Tullio Cicerone, Epistolae ad familiares, lib. IX. I sed. A.c.
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È conoscenza storica l’eloquenza di Marco Tullio Cicerone, politico, oratore, scrittore e maestro di filosofia e retorica, considerato modello della letteratura latina classica. Si è detto di lui che si è impegnato a “trovare il corrispondente vocabolo in latino per ogni termine specifico filosofico greco”. Già questo, soffocati come siamo dal dramma dell’analfabetismo funzionale dei giorni nostri, ci sembra ciclopico per intensità, complessità e rilevanza del ponte culturale creato.
Una citazione più di altre, ora, ispira alcuni nostri comportamenti. In particolare quella che esprime il rapporto simbiotico tra la sapienza (bibliotheca) verso la relazione di natura e, aggiungiamo noi, verso l’equilibrio funzionale che con essa dovremmo raggiungere (hortum). Quindi nutrire lo spirito oltre che il corpo, con l’accesso al sapere che diventa vera e propria medicina dell’anima, come nel caso della villa dei papiri di Calpurnio Pisone a Ercolano.
Sostenibilità nella relazione tra corpo e spirito. Semplice, no?
Se avrai un orto vicino a una biblioteca, niente altro ti occorrerà.
Ma, ci domandiamo… Cosa significa oggi biblioteca ?
… e come dobbiamo declinare il concetto espresso dalla citazione, con gli elementi della modernità e della contemporaneità dei progetti di vita e di lavoro di centinaia di migliaia di persone che guarderebbero alla Sardegna ?
… e cosa possiamo fare o dire a coloro che sono respinti per arretratezza burocratica, per miopia di visione, per luoghi comuni e limitatezza di strumenti nel loro tentativo (eroico) di tornare o arrivare a vivere in Sardegna, generando valore?
Nelle scorse settimane abbiamo, per l’ennesima volta, accompagnato ospiti italiani e stranieri a visitare i luoghi degli orti (Paesi), dove le Comunità Locali e Madre Natura stanno generando piccoli paradisi e dove gli ospiti vorrebbero prendere casa.
Accesso vietato
Per l’ennesima volta abbiamo constatato che l’accesso alla moderna sapienza è vietato: la connessione internet è un sogno, un miraggio. Avere a disposizione una rete ultraveloce per poter accedere a piattaforme di conoscenza, a lavorare a distanza, realizzare e ricevere servizi è diritto negato ai cittadini delle nostre Comunità.
Abbiamo ancora una volta constatato che il sottosviluppo e la lenta agonia dei nostri Paesi è dato, in buona misura, dalla impossibilità di aprirsi a ospitare bellezza e conoscenza. Vogliamo individuare una chiara responsabilità di questa condizione.
Vogliamo verificare perché non è possibile, oggi, per un cittadino delle aree rurali (250 Paesi in Sardegna) disporre e avere accesso garantito ad almeno 100 mega in upload per poter godere delle stesse condizioni di vivibilità e di lavoro che esistono nelle (nefaste per il corpo e lo spirito) grandi città.
Un esempio, solo un piccolo esempio di come lo sviluppo si genera combinando una serie di fattori, strutturali e concettuali. Analogamente il sottosviluppo si crea limitando o negando quei fattori, veri e propri ingredienti indispensabili.
Tradizione non è contemplare le ceneri
Questo il significato contemporaneo dello scritto di Cicerone. Ci ricorda ciò che potrebbe essere la Sardegna e che non è, per la negazione delle infrastrutture che sono, oggi, la condizione fondamentale per lo sviluppo. Vogliamo generare un sentimento di futuro possibile e di emancipazione, che supera le liturgie vittimistiche e arrendevoli dello “spopolamento” come male ineluttabile della regione..
Ci piace pensare di aver compreso il senso per declinarlo nel progetto che anima la nostra Comunità, con il significato più intimo della nostra idea di futuro e della visione di Riabitare la Sardegna.
Crediamo che è possibile costruire una regione nella quale le Comunità Locali fondano la loro prospettiva di sviluppo sulla conoscenza, sul suo uso consapevole e su un progetto di sostenibilità ambientale organica a quella sociale, economica e intergenerazionale.
Tradizione è custodia del fuoco
Rapporto tra materiale e spirituale, tra quotidianità e pratica di conoscenza e di futuro, fanno parte dell’incedere quotidiano di tanti di noi, che stanno contribuendo a generare una sentimento collettivo e una nuova prospettiva. Tra le radici comuni e la contemporaneità dell’identità di Popolo, dobbiamo essere in grado di declinare in precise direttrici i contenuti, imparando nel fare e, continuamente, evolvendo. Questo anima i nostri pensieri e guida i nostri comportamenti.
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